Ilaria Pasqua - Writer and more...

 "Oltre la superficie della pagina s'entrava in un mondo in cui 
  la vita era più vita che di qua" 
 Italo Calvino 

Il giardino degli aranci - Il mondo del bosco


Trama:

Dopo il Mondo di Nebbia, una nuova dimensione attende Aria, Will e Henry, in cerca di nuovi indizi sulla chiave in grado di riportarli alla loro realtà. Il Mondo del Bosco però non è dei più ospitali: ci sono due schieramenti che continuano a farsi guerra senza un motivo apparente, e la società sembra del tutto arretrata, le donne non hanno potere e sono sottomesse agli uomini, spesso violenti e brutali. Non proprio il posto ideale per una come Aria, che proverà a modo suo a cambiare le cose. Ma, con il passare dei giorni, non sarà invece proprio quel mondo a cambiare i ragazzi?

Nel mentre, Lucas e Wade arrivano nel Mondo di Nebbia alla ricerca dei loro figli, imbattendosi nei Cinque Sacerdoti, che sembrano avere un conto in sospeso proprio con Lucas…


Secondo capitolo della trilogia distopica di Ilaria Pasqua “Il Giardino degli Aranci”, “Il Mondo del Bosco” fa luce su alcuni dei misteri irrisolti (qual è l’origine dei Cinque? Come si creano i mondi, e in cosa consiste il “patto”?) senza dimenticare però i personaggi alla base della storia: Aria, Will e Henry, tre ragazzi costretti a una missione sempre più pericolosa e sempre più lontani da quei giorni pacifici dove vivevano in armonia; quei giorni potranno mai tornare?


Pubblicato da Nativi Digitali Edizioni

Anteprima



Capitolo 1


Wade e Lucas erano immobili, come se il tempo si fosse fermato, sprofondati in un silenzio innaturale. Spaventati entrambi dalla domanda che non volevano ascoltare, ma

che andava pronunciata.
“Che intendi con: 'non vi ho detto la verità'?”, Wade fissava Lucas con apprensione. Incrociò le braccia e si avvicinò all’amico aspettando con impazienza una risposta.
Lucas si strofinò il dorso della mano sul viso, stringendo ancora la scatola nera nell’altra, e si sedette sul letto di Will. Accarezzò la coperta. Era così tanto tempo che suo figlio non dormiva più in quel letto. Sembrava una vita intera.
Sospirò profondamente, “sono passati dieci lunghi anni”, disse guardando a terra, le ginocchia piegate apparivano instabili, come se tutto il suo essere tremasse al cospetto di quei ricordi. Lasciò andare la scatola.
“Lucas...”
Lucas sospirò e si piegò in avanti, nascondendo la faccia dietro le mani. Poi si tirò su, “alla fine, sapere queste informazioni non sarebbe stato d’aiuto. Tua figlia e mio figlio sono finiti lì, e nessuno...”, balbettò confuso fissandosi le mani invecchiate, osservò con stupita attenzione le grinze sulle nocche, l’aria stanca delle dita, le unghie cortissime, come se non le avesse mai viste.
“Lucas!”, stavolta suonò come un urlo dal tono aggressivo.
L’uomo si raggelò, sobbalzando al suono della sua voce. “Ho fatto un errore. Ma ora devo rimediare”, alzò gli occhi sull’amico che aspettava ancora una risposta, “io conosco i Cinque da tantissimo tempo. Siamo stati amici, grandi amici. Ciò che non vi ho detto è che....”, non riusciva a parlare, per quanto era forte l’ansia, quel segreto era stato

sotterrato da moltissimo tempo dentro se stesso, ben nascosto, al sicuro. Non l’aveva mai detto ad alta voce e le parole gli si smorzavano in gola a ogni tentativo. Iniziò a balbettare, come un muto che tenta di formulare parole, senza riuscire a tirar fuori che poche lettere dal suono confuso, poi poggiò gli occhi sulla tela scura di suo figlio Dan. Tutte le sere, entrava in stanza per togliere ogni strato di polvere dagli oggetti dei figli. Wade lasciò che si prendesse il suo tempo, ma le dita si muovevano in continuazione, come impazzite. Il volto era teso in un’espressione di allarme, come se avesse già percepito la grandezza di quella confessione, e le sue implicazioni.

Lucas prese fiato ancora una volta e alzò gli occhi sull’amico, “ciò che non vi ho detto è che i Cinque Sacerdoti, non erano... Cinque”.
“Che diavolo vuol dire?”, chiese Wade sciogliendo le braccia e strabuzzando gli occhi. Balbettò qualcosa con voce inferma, “i Cinque in realtà sono una sola persona. Non riesco neanche a dirlo”, Lucas scoppiò a ridere come un folle.

Wade fu preso alla sprovvista, quella confessione l’aveva scioccato, ma l’amico che rideva in quella maniera... forse ancora di più, tentò di chiedere una conferma, non era del tutto sicuro che ciò che aveva sentito fosse giusto, “prima del patto con la vecchia, i Cinque erano una persona e... il loro prezzo è stata questa separazione”, continuò Lucas facendosi di nuovo serio, “e chi lo sa cos’altro”.

“Ecco perché i mantelli... cosa c’è lì sotto?”, Wade incrociò le braccia al petto.
“Non lo so e non voglio neanche saperlo”, disse Lucas stropicciandosi di nuovo il volto, “capisci?”, allungò la mano verso la scatola e la prese di nuovo, guardandola assorto. “No, in realtà”, Wade si appoggiò al muro ripetendosi quella scoperta nella mente, cercando di articolarla, facendola combaciare con le altre informazioni che aveva. “Quando la vecchia ha stretto il patto, lui è stato smembrato sotto i miei occhi”, la voce tremò leggermente di fronte a quel ricordo, “poi i Cinque hanno sorpassato una soglia e sono scomparsi”, si alzò e barcollò verso Wade, “non possiamo ucciderli. Vivono in un mondo in cui sono immortali. Dio sa cos’altro gli ha portato via la vecchia per stringere il patto. Ciò che so è che sono al sicuro, in quel mondo”.

“Non possiamo ucciderli”, ripeté Wade, e pensò a quel giorno in cui non era riuscito a fermare Aria e sua moglie, quel giorno infame in cui li aveva persi, sospirò. Come ho potuto? Lucas non aveva capito quanto l’amico si tormentasse con questi pensieri. Se Lucas era colpevole per Will, lui lo era per la sua famiglia.

“Nessuno può farlo, nessuno dei nostri ragazzi. Forse nemmeno la vecchia ormai”, scoppiò di nuovo a ridere, ma a labbra strette. Chiuse gli occhi e riprese fiato.
“Ci deve essere un modo”, Wade non voleva arrendersi.
“No. I ragazzi possono solo trovare la chiave e sgusciare via. È l’unica possibilità che abbiamo Ma quel mondo rimarrà in piedi, che noi lo vogliamo o no. Ho paura che mio figlio non sia al sicuro lì ora. Se lui, loro, dovessero capire chi è...”

“Tu cosa hai intenzione di fare allora?”.
“Andrò a parlare con loro. Vedrò se c’è qualcosa di quella notte che non ricordo, un dettaglio che può aiutarmi a scoprire...”, strinse più forte la piccola scatola nera.
“Se è possibile annientarli”.
“O almeno distruggere quel mondo, portando via i nostri figli”, Lucas aveva un altro progetto, ma esitava al raccontarlo all’amico, non credeva, anzi era sicuro che non avrebbe capito.
“Una volta per tutte”, disse Wade deciso.
“Una volta per tutte”, ripeté Lucas, aprì la scatola nera e osservo ciò che c’era dentro con gli occhi tristi, il cuore immobile.



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