Logan - The Wolverine (J. Mangold, Usa 2017)
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Il capitolo conclusivo della trilogia di Wolverine era atteso, ma forse non tutti se lo sarebbero aspettati così. Crudo, psicologicamente forte, violento, un film per adulti che colpisce sin dalle prime scene gettando lo spettatore nella disperazione, nel vuoto sordo del personaggio.
È sempre stato un eroe pieno di lati bui, e mai come in questo film vengono alla luce. Wolverine ha secondo lui poco da perdere, è il 2029, i mutanti sono praticamente estinti, resta solo lui, che vive in maniera frugale, nascosto agli occhi del mondo, fino a quando qualcosa, qualcuno, non andranno a intaccare la sua vita e a rimetterla in gioco, riscattandola definitivamente.
Già dal titolo si capisce che questo è un film diverso, attento più al lato umano, alla persona, che al supereroe del resto ormai quasi del tutto morto. Invecchiato, malconcio, senza speranza, Logan è un nodo di rabbia e delusione, un essere tormentato dai fantasmi del passato che non riesce nemmeno a immaginare un futuro.

James Mangold, già regista del precedente Wolverine, si sofferma a descrivere un Logan immerso in un paesaggio desolato e desolante specchio della sua voluta, ostentata e fasulla aridità interiore. Il film sembra piuttosto un western crepuscolare, malinconico e assordante, in cui si combatte per sopravvivere, più per abitudine che per reale desiderio. Di violenza ce n'è tanta, verbale, fisica, il corpo di Logan è sempre più martoriato dall'esterno e dall'interno, in ogni scena sembra sempre pronto a crollare, e questo tiene in bilico lo spettatore che resta agganciato a sperare che resti in piedi. Si respira un realismo, una voglia di rappresentazione meno alterata possibile che mai si è visto nei precedenti film.
Finalmente è libero di concentrarsi su di sè, di svelare le contraddizioni di uno dei personaggi più umani dell'universo X-Men, spesso ingabbiato da esigenze narrative che non hanno permesso di esplorarlo, di lasciarlo respirare ed esprimere in tutta la sua estrema complessità.

L'ultima tappa è sicuramente classica nella sua costruzione, rifiuto alla chiamata dell'eroe e poi l'accettazione contrariata, ma a mio parere è esattamente come avrebbe dovuto essere: poetica, straziante, commovente, un lungo lento requiem che rende talmente giustizia al personaggio che verrebbe voglia di applaudire a fine film.
Trailer originale:
Trailer italiano:
Categories: - Marzo 2017