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The Hateful Eight (Q. Tarantino, Usa 2016)

Posted by Ilaria Pasqua on February 29, 2016 at 3:00 AM
                 "Una di queste persone non è affatto chi afferma di essere."

                                     

Qualche anno dopo la fine della Guerra Civile, 8 odiose persone, un soldato confederato, uno sceriffo, due cacciatori di taglie, un’assassina prigioniera, un rinnegato e un’autista, sono rimaste intrappolate in un emporio per colpa di una tormenta. Ma sembra che nessuno dica la verità sulla propria identità…

   

 

Il Quentin Tarantino di questo suo The Hateful Height è molto diverso dal solito ma allo stesso tempo appare immutato. Immutata è l’ironia, la violenza un po’ grottesca che esplode così, all’improvviso. Diverso è invece in questo caso l’uso della parola, stavolta cuore pulsante del film, base e sostegno fondamentale della storia e dei suoi personaggi. Tarantino avvince, coinvolge, confonde, meraviglia, inganna e diverte, narrando uno, due, un’infinità di racconti intrecciati che richiamano e persino prendono in giro la storia spingendo a una riflessione sull’America di ieri ma soprattutto di oggi. Il tutto sulle note della magnifica colonna sonora di Ennio Morricone, capace sempre di rendere ancora più profondo ed epico qualsiasi momento.

  


Intrappolati nell’emporio di Minnie (un po’ alla Dieci piccoli indiani di Agatha Christie), noi e quelle 8 simpatiche canaglie ci divertiamo ad ascoltarci, a osservarci, alla ricerca della verità, in uno sfaccettato gioco di specchi ingannevoli che non può non coinvolgere. Tarantino stavolta dà il meglio di sé con i dialoghi: precisi, sfacciati, ironici e carichi di riflessioni, tutti perlopiù concentrati nella prima parte. Questo è un film che va goduto così, senza fretta, cosa chiarita sin dalla prima sequenza, “mettetevi comodi” sembra dire Tarantino, faremo una lunga passeggiata nella neve. La presunta lunghezza però si scioglie nella seconda parte, dove i dialoghi si accompagnano all’azione. La violenza esplode, i nodi intricati vengono sciolti, e i personaggi si svelano, finalmente.

  


I personaggi, imbroglioni e dalle identità fasulle, sono a loro volta riflessi di noi stessi, di altri (anti)eroi tarantiniani, frammenti di altre storie già raccontate dal regista. Ci scorrono davanti Le Iene, Pulp Fiction, Grindhouse, Bastardi senza gloria, Django e persino Kill Bill. C’è tutto questo e molto altro di un Tarantino che aggiunge al quadro l'ennesimo nuovo tassello e raggiunge una maturità tutta nuova, creando un film che non può essere ignorato. Questi suoi nuovi-vecchi personaggi sono odiosi, ma sono soprattutto carichi di odio, un odio che, vuole sottolineare il regista, non solo rispecchia anche l’America di oggi, ma peggio, l’ha fondata.

  


Perché gli Stati Uniti si sono divisi di fronte a The Hateful Height? Perché l’hanno odiato e amato? Amato e odiato? Perché questo è un film serio, serissimo, se si riesce ad andar oltre alla sua solita carica di divertimento un po’ fancazzista, se si riesce ad andar oltre persino ai tanti generi che abbraccia, è un giallo, è un western, persino un horror, e un omaggio ai grandi classici del western italiano. Quest’ultimo punto è la ciliegina sulla torta di un film riuscito: nonostante la modernità dei temi, dell’azione, sembra di assaporare una pellicola di un’altra epoca.

 


Trailer italiano:

 


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Trailer originale:


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Categories: - Febbraio 2016

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