Il Cerchio (D. Eggers, 2013)
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«Le persone migliori avevano creato i sistemi migliori e i sistemi migliori avevano permesso di raccogliere i fondi, fondi illimitati, che rendevano possibile tutto questo, il posto più bello del mondo. Ed era naturale che fosse così. Chi poteva creare l’utopia se non gli utopisti?».
Mae Holland è colpita da ciò che si ritrova davanti una volta messo piede nel Cerchio. Sembra il miglior posto in cui lavorare, e non le sembra vero che ci sia spazio proprio per lei, una ragazza quasi fresca di università che oltretutto viene da un lavoro infimo.
Mae verrà trascinata in un vortice di attività e diventerà una perfetta "Circler". Ma alla fine è tutto meraviglioso come sembra?
Dave Eggers ha assicurato che questa storia è stata tutta frutto della sua immaginazione, con una sbirciatina alla realtà sicuramente.
Perché il mondo descritto è ambientato qualche anno più in là, un futuro non troppo lontano, e il Cerchio sembra un'ipotetica Google, Twitter, Facebook, o meglio un misto di tutte queste enormi aziende.
Il risultato è un libro inquietante che toglie più di un respiro e mette addosso un continuo fastidio.
La storia passa tutta attraverso gli occhi di Mae, è lei che ci guiderà sempre più a fondo nel Cerchio, lei è una pedina e non un giudice, Eggers lascia infatti in mano al lettore il compito di farsi un'idea.
Il cerchio ti coccola, ti cura, ti offre di tutto: dalle attività ricreative al sostegno medico, è una presenza ingombrante e asfissiante che spinge sempre più i suoi impiegati verso l'interno, li divora uno a uno e non li lascia più liberi. Perché il Cerchio è per sempre.
I tre Saggi vogliono cambiare il mondo, odiano la realtà così com'è e fanno di tutto per "migliorarla" attraverso tutta una serie di tecnologie, molte non tanto lontane da quelle esistenti, e una serie di idee che spingono il Cerchio ad acquistare sempre più potere.
E allora sembra di ritrovarsi di nuovo al cospetto del Grande Fratello di Orwell, fuori si moltiplicano le telecamere, è il momento della trasparenza, non solo pubblica ma anche privata, e addio alla privacy.
«La privacy è un reato».
Ma quel che è peggio è TruYou, il servizio che unisce identità reale e tutta quella serie di account che si usano nella vita di tutti giorni (bancari, postali, shopping ecc.) con quella di un "utente", del Cerchio ovviamente.
Poi le tecnologie indossabili, chip sottopelle per il totale monitoraggio dalla nascita in poi... e ancora peggiore la gestione del voto democratico durante le elezioni, sempre attraverso il Cerchio.
«I segreti sono all’origine dei comportamenti asociali, immorali e distruttivi. E se ci comportassimo tutti come se fossimo osservati? Porterebbe a un modo di vivere più morale. Saremmo finalmente costretti a essere la versione migliore di noi stessi. Finalmente, finalmente possiamo essere buoni. In un mondo dove le brutte strade non sono più un’opzione, non abbiamo altra scelta che essere buoni… Perché la nostra voglia di vedere il mondo non dovrebbe essere soddisfatta? Ecco la massima trasparenza. Senza filtri. Vedere tutto. Sempre. Tutto quello che succede sarà conosciuto. Diventeremo onniveggenti, onniscienti».
E Mae? Mae che inizialmente è solo una ragazza normale che ama stare in solitudine, magari facendo un giro col kayak, diventa una persona 100% collegata alla rete, colpa anche del sistema a punteggio del Cerchio, perché se non sei nella rete, non commenti, non condividi con gli altri, non esisti. Mae diventa complice e collaboratrice, senza rendersi conto che "chiudere il cerchio" è l'ultima cosa che deve accadere.
Al centro, in sostanza, la conseguenza che le nuove tecnologie possono avere sulla comunicazione tra esseri umani e sulla loro vita. E lo sviluppo di un (involontario?) sistema totalitario.
Il Cerchio è una società, un modello di società, più che una semplice azienda, è un'azienda-mondo senza scrupoli, con manie di grandezza ingestibili, e arrivati alla fine, all'ultima pagina... c'è da rabbrividire.
Il libro di Eggers è sicuramente molto ambizioso e non riesce sempre a rimanere sullo stesso livello, si incappa in parti noiose che si ripetono e ripetono, a volte è davvero prolisso, soprattutto per quanto riguarda le spiegazioni del sistema e delle tecnologie, oltretutto alcune tecnologie sono già troppo attuali per fare paura (forse proprio questo dovremmo avere paura?), ma ho apprezzato moltissimo l'evoluzione di Mae nel corso del libro, l'effetto lavaggio del cervello su di lei. E la definizione dell'attrito con le persone anti-Cerchio, visti come dei poveri primitivi incapaci di comprendere la grandezza, l'importanza della tecnologia.
Perciò in conclusione Il Cerchio è un buon libro che spinge alla riflessione e che vale la pena leggere.
Incipit:
"Mio Dio" pensò Mae. "Questo è un paradiso."
Il campus era vasto e sviluppato irregolarmente, smagliante dei colori del Pacifico, eppure ogni minimo dettaglio era stato pensato con accuratezza, plasmato dalle mani più abili. Su un terreno che un tempo era stato un cantiere navale, poi un drive-in, poi un mercato delle pulci, infine una dimostrazione del degrado ambientale, ora c'erano verdi e dolci collinette e una fontana di Calatrava. E un'area per picnic, con tavoli disposti in cerchi concentrici. E campi da tennis, in terra rossa e in erba. E un campo di pallavolo, dove zampettavano i bambini piccoli del centro di assistenza dell'azienza, strillando e zigzagando come rivoletti d'acqua. In mezzo a tutto questo c'erano anche gli uffici, i centossessanta ettari di vetro e acciaio opacizzato del quartier generale della più influente società del mondo. Il cielo che li sovrastava era di un azzurro terso.
Categories: - Gennaio 2015