Colpa delle stelle (J. Green, 2012)
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"Mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta."
Colpa delle stelle è un libro che mi ha confusa molto. A volte mi è sembrato, o forse l'ho voluto vedere, come un'operazione commerciale, a volte invece l'ho sentito profondamente sincero. Due possibilità che mi hanno punzecchiata per buona parte della lettura. Però poi ho scelto.
La storia vede come protagonisti Hazel e Augustus, due ragazzi colpiti in due diverse maniere dal cancro.
Quando tutto sembra ormai vuoto e buio i due si incontrano e intrecciano un legame che va ben oltre l'amore.
La verità è che solitamente mi avvicino con molta difficoltà a questo genere di libri, sono diffidente, ma questo John Green è uno scrittore, e una personalità, che mi attrae; nerd fino al midollo, tiene dei corsi su youtube dove parla in maniera appassionata di letteratura. Ed è questo che mi ha colpita: la passione, che si respira anche in Colpa delle stelle.
Ho apprezzato la capacità di ironizzare, di dar vita a dei dialoghi brillanti e mai noiosi, nonostante a volte le voci dei protagonisti mi è sembrato si confondessero, tendendo ad assomigliare a quelle di un adulto troppo saggio per avere sedici anni, la capacità di non banalizzare, né di cadere nel pietismo. E non è per nulla semplice.
John Green è bravo. E capisco per quale motivo è tanto amato.
Scrittura pulita, avvincente, anzi... avvolgente, che si insinua sotto la pelle, sguardo sensibile, mano delicata e forte insieme. Bravura nel tratteggiare la malattia sapendo quando forzare e quando smorzare la tensione. E poi personaggi a cui è facile affezionarsi, ragazzi intelligenti che insegnano come andrebbe sempre presa la vita, malattia o meno: con entusiasmo, con occhi curiosi, come se fosse un dono irripetibile, perché in effetti lo è. Così Colpa delle stelle è proprio questo. Un inno alla vita.
Insomma, sono una romantica sensibile anche io, alla fine di tutto mi sono lasciata commuovere, perciò sì, scelgo la seconda possibilità: sincerità.
Incipit:
Nel tardo inverno dei miei sedici anni mia madre ha deciso che ero depressa, presumibilmente perché non uscivo molto di casa, passavo un sacco di tempo a letto, rileggevo infinite volte lo stesso libro, mangiavo molto poco e dedicavo molto del mio tempo libero a pensare alla morte.
Tra gli opuscoli che parlano di tumori o nei siti dedicati, tra gli effetti collaterali del cancro c'è sempre la depressione. In realtà la depressione non è un effetto collaterale del cancro. La depressione è un effetto collaterale del morire.
Categories: - Settembre 2014