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District 9 (N. Blomkamp, Usa/Nuova Zelanda/Canada/Sudafrica, 2009)

Posted by Ilaria Pasqua on August 26, 2013 at 5:50 AM


"Perché siete qui? - Non avevamo scelta, siamo precipitati qui. - Perché non ve ne andate? - Come facciamo ad andarcene se voi ci trattenete qui? - Come funzionano le vostre armi? - Non vogliamo farvi del male, vogliamo solo tornare a casa"


                                         



Un giorno gli alieni arrivano sulla Terra, non come conquistatori, ma come denutriti profughi, bisognosi di un rifugio dopo essere scappati dal proprio mondo. È il 1982.

Le creature aliene vengono trovate all’interno della loro navicella, in apparente avaria, che gravita nel cielo del Sudafrica, precisamente su Johannesburg. Una volta scortate fuori viene allestito un campo di fortuna in cui farle alloggiare, chiamato District 9, che ben presto si trasforma in un vero e proprio campo profughi, con precarie condizioni di vita, alta criminalità e gang di esseri umani che hanno messo su un commercio illegale fra quelle quattro mura.

All’inizio del ventunesimo secolo l’MNU (Multinational Unit), un organismo privato a base militare, si attiva per risolvere questa situazione. Il loro compito, così come gli è stato assegnato, è quello di spostare la popolazione di alieni, che ha raggiunto quasi due milioni di individui, in una nuova zona, il District 10, ben distante dalla città.

Wikus van der Merwe, interpretato da un magnifico Sharlto Copley, viene inviato nella baraccopoli per fare un censimento e coordinare le operazioni. Durante un’ispezione, però, l’uomo viene infettato e inizia a stare tremendamente male.



                         



La storia offre un diverso punto di vista, gli alieni sono per la prima volta poveri esseri che desiderano solo un po’ di pace, ma che vengono trattati male, rinchiusi, discriminati, e che rappresentano solo un impiccio per gli esseri umani, di qualsiasi etnia. Avviando così un chiaro parallelismo su come gli immigrati vengono trattati nei vari paesi del mondo. Ciò la rende originale e fuori dagli schemi.

Nel confronto fra alieni e umani, neanche a dirlo, gli umani ne escono nella maniera peggiore: meschini, manipolatori, crudeli e sfruttatori.

Ma il film non è solo questo, è anche ricco di azione, e si fa ancora più interessante quando il nostro protagonista, il codardissimo Wikus, inizia a trasformarsi in ciò che più di tutto odia. Braccato da chi prima gli era amico, è costretto a rivolgersi a quelli che ormai stanno per diventare i propri simili e che, cadute le barriere, piano piano riuscirà anche a comprendere.

Il film è girato per la maggior parte con la tecnica del reportage, con molta camera a mano, alternando telegiornali e interviste fittizie che illustrano il veloce peggioramento, la reazione degli uomini a quella situazione che a loro parere si sta facendo insostenibile, e quella degli alieni che cercano solo di coesistere senza dare impiccio. Vediamo il film così come siamo abituati solitamente a percepire la realtà, “mediata”, filtrata per noi dall’occhio dei media. E questa è stata una trovata molto interessante per il genere, poi ripresa da moltissimi altri film, Cloverfield compreso.



                       



Realizzato con un budget di appena 30 milioni di dollari (solo negli Stati Uniti ne ha guadagnati 110), District 9 è il classico esempio di film con ottime idee alla base e che oltre a mostrare grandi capacità e conoscenza dei classici sci-fi, si spinge anche oltre, cercando di fare qualcosa di nuovo, con grande coraggio. E di questo si deve rendere merito all’esordiente, Neill Blomkamp, che è stato spinto da Peter Jackson stesso a realizzare il film (Jackson ne è il produttore).

Infine parliamo degli effetti speciali, incredibili visto il basso budget. Gli alieni sono credibili, l’ambientazione è perfetta, rende alla perfezione il senso di degrado, il disagio, l’incomunicabilità, la rabbia, la battaglia tra specie, il tutto con grande realismo.

Cos’altro dire? Un film esaltante. Satira, riflessione sull’uomo, denuncia sociale e prodotto di grande intrattenimento. Che si può volere di più?



 

 

"Wikus Van de Merwe: Umani di me**a!"





 

 

Trailer italiano:


 


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Trailer originale:





 


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Premi vinti:

-National Board of Review of Motion Pictures Awards (2009) : I migliori film indipendenti.

-Saturn Awards for Science Fiction, Fantasy and Horror Films (2010): miglior film straniero.

-LAFCA 2009: migliore scenografia a Philip Ivey.

-Critics' Choice 2010: miglior trucco.






 

 

Curiosità:

 

-Durante la produzione di ‘King Kong’ Peter Jackson ebbe modo di lavorare con Mary Parent della Universal, che gli segnalò il giovane regista Neill Blomkamp, a cui affidò per quattro mesi lo studio di un adattamento cinematografico del videogioco ‘Halo’. Quando questo progetto venne accantonato, Jackson decise di sviluppare una pellicola per Blomkamp tratta dal primo lungometraggio di quest'ultimo, ‘Alive in Joburg’. Recatosi in Sud Africa con Sharlto Copley, girò alcuni test che, assieme allo script ed altre bozze, vennero presentati per ricercare finanziamenti.

 

 

-L'uscita del film ha scatonato molte polemiche. Dora Akunyili, ministro dell'informazione nigeriano, ha chiesto pubblicamente ai cinema di Abuja, la capitale dello Stato, di non proiettare la pellicola, e ha preteso scuse formali da parte di Sony; il film danneggerebbe l'immagine della Nigeria, mostrando la popolazione come criminale, con cannibali e prostitute, e gettando discredito all'ex presidente Olusegun Obasanjo, poiché nel film vi è un gangster chiamato in nome simile, Obesandjo.

(da: Silenzio in sala)

 



 


 


Categories: - Agosto 2013

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