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La trilogia della Fondazione (I. Asimov, 1951)

Posted by Ilaria Pasqua on August 19, 2013 at 3:35 AM


"La psicostoriografia era la quintessenza della sociologia; era la scienza del comportamento umano ridotto ad equazioni matematiche"


                                                                         


Come fare a recensire un’opera colossale come questa? Facciamo un tentativo, sperando di riuscire a rendere almeno in minima parte le magnifiche suggestioni e le grandi emozioni provate durante la lettura.


 

La trilogia della Fondazione, o meglio il Ciclo delle Fondazioni, si compone di nove racconti scritti da Asimov tra il 1942 e il 1949, poi raccolti nel 1951 e ripartiti nei tre volumi "Prima Fondazione" (conosciuto anche come "Cronache della Galassia"), "Fondazione e Impero" (o "Il crollo della Galassia centrale") e "Seconda Fondazione" (o "L'altra faccia della spirale"), rispettivamente cinque racconti per il primo, due per il secondo, altri due per il terzo, suddivisi poi in agili sottocapitoli.

 

Ogni racconto è ambientato in un’epoca diversa, c’è sempre un salto temporale ampio tra un racconto e l’altro, un balzo in avanti che ci immerge in una nuova crisi, in un momento cruciale della storia della galassia. Nonostante la suddivisione, io ho deciso di recensirlo in blocco, senza entrare nello specifico, perché lo so… mi scapperebbe di sicuro qualcosa di troppo.

E ora a noi!


 

Il ciclo narra la decadenza e la fine di un Impero Galattico e tutto ciò che ne consegue: il periodo di stallo, la crisi e la lenta ripresa.

Nel primo racconto conosciamo lo scienziato Hari Seldon e il giovane Gaal Dornick.

Hari Seldon sarà un nome che riecheggerà durante tutti i libri, fino alla fine. Questo studioso si occupa di psicostoria, ovvero una scienza che studia le reazioni e il comportamento dell’uomo non come singolo individuo, inutile e imprevedibile, ma come masse. Grazie alla psicostoria e allo studio del comportamento, Seldon sarà in grado di prevedere la fine dell’Impero e il tempo necessario per la ripresa. Secondo Seldon alla caduta dell’impero, ormai prossima, sarebbero seguiti trentamila anni di barbarie prima di una rinascita della civiltà. E proprio per ridurre questo periodo di barbarie a soli mille anni, Seldon ha studiato un piano ben preciso, ha creato due Fondazioni, la prima sul remoto e isolato pianeta Terminus, dove sono stati riuniti brillanti studiosi col compito di lavorare alla stesura di una grande Enciclopedia Galattica al fine di preservare il sapere umano, la seconda, invece, in un luogo non identificato, al capo opposto della Galassia, “a fine di stella”, con uno scopo altrettanto misterioso.

Perciò Seldon è il fautore di un grandioso progetto che guiderà l’impero galattico fuori dalla crisi e verso la luce, riducendo i tempi bui tra la fine e un nuovo, sfavillante inizio.

Per portare a termine il progetto, così come Hari Seldon lo ha ideato, i suoi successori dovranno attraversare alcune crisi, chiamate “crisi Seldon”, e superarle. I racconti del ciclo si occupano di queste crisi e del modo in cui, in ogni epoca, vengono superate, perché sì, inesorabilmente, le crisi ci saranno così come Seldon ha predetto.

Tutti i personaggi che seguiranno, terranno fede alle previsioni di Seldon, divenuto una presenza mitica, quasi un dio, temendole e usandole come reale strumento di potere e d'azione, per prevenire e, nel caso qualcosa andasse storto, curare i problemi nati. Ma ciò che la psicostoria aveva predetto continua ad avverarsi, con una precisione maniacale, e i vari personaggi, chi con convinzione, chi con profondo scetticismo, non potranno far altro che correre dietro alle previsioni e cercare di non sbagliare. Solo quando comparirà il Mulo, uno dei personaggi più belli e interessanti dell’intera trilogia, le cose non andranno proprio come previste; il Mulo, infatti, finisce per diventare una variabile impazzita.

 

È stata una lettura tremendamente appassionante ma soprattutto di un fascino incredibile. Seguire le avventure dell’impero galattico, della Fondazione, i giochi di potere, e i personaggi che si susseguono, raccogliendo l’eredità dei precedenti, è stato emozionante. E bellissimo poter guardare un pezzo così ampio della storia di questi mondi sconosciuti. Infatti, le vicende coprono un arco di tempo lunghissimo, e senza mai perdere i punti di riferimento, o i personaggi che ormai ci siamo lasciati alle spalle. Per molti potrà risultare spiazzante questo continuo salto in avanti, di alcuni personaggi avresti voluto sapere di più, ma questo rende il tutto molto più intrigante e soprattutto movimentato, senza scadere mai nella noia, e dico MAI.

La vera idea geniale è quella del concetto di psicostoria, su cui si basa ogni avvenimento. La psicostoria è il cuore e il motore della storia, i suoi personaggi dei magnifici interpreti.

Ciò che ho apprezzato è anche la quantità di riflessioni sociologiche, politiche e filosofiche, osservazioni che sono ancora attualissime. Lo stile di Asimov è asciutto, essenziale, senza troppe parole di troppo ad adornarlo, e forse anche per questo ancora più coinvolgente, ma non crediate che sia rozza, la scrittura di Asimov è incredibilmente elegante, mai una parola di troppo, mai una di meno, mira alla scorrevolezza. La struttura è complessa e articolata, perfetta e mai pesante.


Per quanto riguarda invece i personaggi, li ho apprezzati tutti, quelli di “Seconda Fondazione” soprattutto. Menzione speciale per il Mulo, Bayta e Arcadia, che mi hanno tenuta incollata alle pagine forse per meno tempo di quanto avessi voluto.

Non pensate però che la storia sia un ripetersi dello stesso schema, assolutamente no. Ogni racconto getta una luce nuova, scoprendo una parte della galassia e della storia, o una nuova categoria di personaggi, così come la Seconda Fondazione, nonostante la sua assenza, diventerà una presenza ingombrante e inquietante che acquisterà sempre più importanza. Esiste o non esiste? Il progetto Seldon è davvero arrivato a predire il futuro così oltre il suo tempo? E non si può fare a meno che proseguire, per cogliere nuove sfumature della questione.

Nonostante i salti in avanti, c'è sempre il passato appena letto a supportare un presente ancora tutto da scrivere. Ci si sente completamente immersi nella storia, e difficilmente si riesce a perdere il filo. I personaggi sfilano uno dopo l'altro portando sempre qualcosa di nuovo. Il Ciclo della Fondazione è un immenso mosaico, un viaggio magnifico che alla fine lascia una profonda soddisfazione.

Insomma, un capolavoro che va letto, che siate amanti della fantascienza o meno. Ora non resta che avventurarsi nei prequel e sequel, sperando siano all’altezza delle aspettative!


 

Volevo scrivere una recensione abbastanza snella, ma alla fine non ci sono proprio riuscita, ripensando al libro le parole si sono rincorse sulla pagina e non sono più stata in grado di trattenermi. Pazienza, una trilogia del genere meriterebbe di essere approfondita ancora di più, ma questa è solo una recensione, cerca di essere uno stimolo per invogliare alla lettura. E spero di essere stata abbastanza esaustiva e utile!




 

 

Incipit:


 

"Prima Fondazione" (o Cronache della Galassia)


Si chiamava Gaal Dornick ed era un semplice ragazzo di campagna che non era mai stato prima d'allora a Trantor. Conosceva però il panorama di questa città per averlo osservato sullo schermo dell'ipervideo e sugli enormi trasmettitori tridimensionali che diffondevano le notizie dell'Incoronazione Imperiale e dell'apertura del Consiglio Galattico. Pur essendo vissuto sempre nel mondo di Synnax, che ruotava intorno a una stella ai margini della Corrente Azzurra, il ragazzo non era affatto tagliato fuori dalla Civiltà. A quel tempo nessuno nella Galassia lo era.

I pianeti abitati della Galassia erano venticinque milioni e tutti facevano parte dell'Impero, la capitale del quale era Trantor. Quella situazione però sarebbe durata solo per altri cinquant'anni.


"Fondazione e Impero" (o Il crollo della Galassia centrale)


Bel Riose viaggiava senza scorta, il che non è affatto prescritto dall'etichetta imperiale soprattutto quando si è designati a capo di una armata di occupazione in uno dei sistemi stellari più turbolenti dell'Impero Galattico.

Ma Bel Riose era giovane ed energico, tanto energico da essere stato inviato da una corte astuta e calcolatrice, come comandante del presidio militare, nella provincia più esposta e lontana dell'Impero. Inoltre era anche curioso. Innumerevoli e non sempre attendibili sono gli aneddoti che si raccontano sulla sua curiosità. La sua energia e la sua foga giovanile si manifestavano invece soprattutto nella prontezza con la quale reagiva a determinati avvenimenti. L'insieme di queste tre caratteristiche facevano del generale Bel Riose una personalità notevole.


 

“Seconda Fondazione” (o L'altra faccia della spirale)


Il primo Impero Galattico era durato diecimila anni. Aveva regnato su tutti i pianeti della Galassia con un governo centralizzato, a volte tirannico, a volte benevolo; era stato sempre però una fonte d'ordine. Ogni essere umano aveva dimenticato che potesse esistere un altro tipo di governo.

Tutti tranne Hari Seldon.

Hari Seldon fu l'ultimo dei grandi scienziati del Primo Impero. Fu lui a sviluppare la psicostoriografia fino a farne una vera e propria scienza.

La psicostoriografia era la quintessenza della sociologia; era la scienza del comportamento umano ridotto ad equazioni matematiche.





Curiosità:

- Da spulciare: tutti i personaggi: http://it.wikipedia.org/wiki/Personaggi_del_Ciclo_della_Fondazione

- Il ciclo ha due sequel ("L'orlo della Fondazione" e "Fondazione e Terra"), e due prequel ("Preludio alla Fondazione" e "Fondazione Anno Zero"). I prequel hanno per protagonista lo stesso Hari Seldon.



 

 

Categories: - Agosto 2013

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