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 Italo Calvino 

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La 25a ora (S. Lee, Usa, 2002)

Posted by Ilaria Pasqua on August 12, 2013 at 5:20 AM

"Proseguiamo verso ovest... andiamo avanti fino a quando non troviamo una bella cittadina... quelle città nel deserto, lo sai perché sono nate? Perché la gente voleva andar via da qualche altro posto. Nel deserto si può ricominciare..."


                                     


Montgomery Brogan, interpretato da Edward Norton, è uno spacciatore di stupefacenti che è appena stato beccato: ha davanti sette anni di prigione, a causa di una soffiata arrivata proprio quando aveva ormai deciso di smettere. E questa è la sua ultima notte di libertà. Ha ventiquattro ore per riconciliarsi con se stesso e con il mondo e decidere cosa fare della venticinquesima. Montgomery è pieno di frustrazione, di rabbia e dolore per quella soffiata che l’ha tradito e destinato a giorni, mesi, settimane e anni di soprusi e violenza. Si affollano nella sua mente pensieri cinici e distruttivi, amari, senza speranze, specchio di una New York sempre più buia. Tutto ciò che gli resta è quella notte per fare pace con il proprio passato e presente. Un tempo misero per un confronto risolutivo.

Gli occhi di Montgomery sono disillusi e vagano per una New York sempre più divorata dai suoi problemi, dalle sue mancanze, dai suoi ingombranti vuoti, dove l’assenza delle torri gemelle continua a pesare come un macigno. E Spike Lee inquadra soprattutto questi vuoti, che si intrecciano con i primi piani di Montgomery, con la rabbia di un uomo che è alla ricerca di risposte troppo importanti per essere trovate in poche ore.

Spike Lee firma una dichiarazione d’amore e d’odio verso New York, un mondo a parte in cui il malessere dilaga, in cui droga, sesso, razzismo e silenzio stanno pian piano divorando una città che sembra non avere scampo, né possibilità di salvezza, proprio come Monty.

È un film sul malessere di New York e sul malessere di un uomo, solo e impotente, come ce ne sono tanti, un piccolo dramma personale che corre in parallelo con quello più grande di una città intera che sembra rigettare, abbandonare ogni uomo a se stesso. Una denuncia e una riflessione, forse il film più struggente, intenso e poetico di Spike Lee.

E c’è una scena in particolare, una scena diventata mitica che può essere considerata il cuore del film, il suo ideale riassunto. Prendo in prestito l’analisi che ho fatto su Recencinema.it ( http://recencinema.it/parliamo-di/commscene/4380-il-monologo-allo-specchio-addio-alla-liberta ;) :


È in una toilette qualunque, davanti a uno specchio che inquadra il suo viso rabbioso, che si lascia andare a un attacco, una denuncia, contro tutto e tutti. Il regista Spike Lee accompagna le sue parole con le immagini-documento di New York, dei protagonisti del suo malessere: le persone, di ogni tipo ed etnia, i luoghi e le istituzioni. Il disagio di Monty è il disagio, il ritratto della sofferenza della stessa America, assediata, isolata, spaventata da una minaccia che incombe ancora, vittima di una ferita che forse non si rimarginerà mai. La venticinquesima ora è il momento per mettersi di fronte alle proprie responsabilità, di fronte alla propria identità personale, politica e sociale, è il dolore atroce della consapevolezza, il pugno in faccia di una realtà sin troppo imperfetta, l’addio alla libertà e al sogno, alla favola di una redenzione impossibile. La realizzazione di tutte le possibili, magnifiche vite mai vissute. L’immagine del meglio che ci sarebbe potuto essere, ma che non c’è stato.



Video:


 


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                "No... No, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, brutto testa di c.!"

 






Trailer italiano:



 


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Trailer originale:


 


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Curiosità: il film è stato tratto dal libro “La 25esima Ora” di David Benioff.




Categories: - Agosto 2013

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