La 25a ora (S. Lee, Usa, 2002)
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Montgomery Brogan, interpretato da Edward Norton, è uno spacciatore di stupefacenti che è appena stato beccato: ha davanti sette anni di prigione, a causa di una soffiata arrivata proprio quando aveva ormai deciso di smettere. E questa è la sua ultima notte di libertà. Ha ventiquattro ore per riconciliarsi con se stesso e con il mondo e decidere cosa fare della venticinquesima. Montgomery è pieno di frustrazione, di rabbia e dolore per quella soffiata che l’ha tradito e destinato a giorni, mesi, settimane e anni di soprusi e violenza. Si affollano nella sua mente pensieri cinici e distruttivi, amari, senza speranze, specchio di una New York sempre più buia. Tutto ciò che gli resta è quella notte per fare pace con il proprio passato e presente. Un tempo misero per un confronto risolutivo.
Gli occhi di Montgomery sono disillusi e vagano per una New York sempre più divorata dai suoi problemi, dalle sue mancanze, dai suoi ingombranti vuoti, dove l’assenza delle torri gemelle continua a pesare come un macigno. E Spike Lee inquadra soprattutto questi vuoti, che si intrecciano con i primi piani di Montgomery, con la rabbia di un uomo che è alla ricerca di risposte troppo importanti per essere trovate in poche ore.
Spike Lee firma una dichiarazione d’amore e d’odio verso New York, un mondo a parte in cui il malessere dilaga, in cui droga, sesso, razzismo e silenzio stanno pian piano divorando una città che sembra non avere scampo, né possibilità di salvezza, proprio come Monty.
È un film sul malessere di New York e sul malessere di un uomo, solo e impotente, come ce ne sono tanti, un piccolo dramma personale che corre in parallelo con quello più grande di una città intera che sembra rigettare, abbandonare ogni uomo a se stesso. Una denuncia e una riflessione, forse il film più struggente, intenso e poetico di Spike Lee.
E c’è una scena in particolare, una scena diventata mitica che può essere considerata il cuore del film, il suo ideale riassunto. Prendo in prestito l’analisi che ho fatto su Recencinema.it ( http://recencinema.it/parliamo-di/commscene/4380-il-monologo-allo-specchio-addio-alla-liberta :
È in una toilette qualunque, davanti a uno specchio che inquadra il suo viso rabbioso, che si lascia andare a un attacco, una denuncia, contro tutto e tutti. Il regista Spike Lee accompagna le sue parole con le immagini-documento di New York, dei protagonisti del suo malessere: le persone, di ogni tipo ed etnia, i luoghi e le istituzioni. Il disagio di Monty è il disagio, il ritratto della sofferenza della stessa America, assediata, isolata, spaventata da una minaccia che incombe ancora, vittima di una ferita che forse non si rimarginerà mai. La venticinquesima ora è il momento per mettersi di fronte alle proprie responsabilità, di fronte alla propria identità personale, politica e sociale, è il dolore atroce della consapevolezza, il pugno in faccia di una realtà sin troppo imperfetta, l’addio alla libertà e al sogno, alla favola di una redenzione impossibile. La realizzazione di tutte le possibili, magnifiche vite mai vissute. L’immagine del meglio che ci sarebbe potuto essere, ma che non c’è stato.
Video:
"No... No, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, brutto testa di c.!"
Trailer italiano:
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Trailer originale:
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Curiosità: il film è stato tratto dal libro “La 25esima Ora” di David Benioff.
Categories: - Agosto 2013