Drive (N. W. Refn, Usa, 2012)
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Drive è un piccolo grande capolavoro.
Il film è tratto dall’apprezzato romanzo di James Sallis, adocchiato, dopo un’intensa lettura, da quello che sarà poi il suo protagonista, Ryan Gosling.
Il personaggio principale è uno stuntman/meccanico di giorno e un autista per rapine di notte. Un uomo senza nome, di poche parole, freddo come il ghiaccio al volante, e solitario e scostante nella vita. Ma tutto cambierà quando incontrerà la sua vicina di casa (Carey Mulligan) che illuminerà le sue opache giornate con un po’ di dolcezza.
Dolcezza e freddezza. Freddezza, rappresentata dal suo volto inespressivo, che nasconde una pericolosa rabbia repressa, e la dolcezza di un nuovo amore, che rimarranno pericolosamente in bilico per tutta la durata del film.
La sequenza che può essere considerata una sintesi dell’intero lavoro è quella dell’ascensore, in cui dolcezza e violenza s’intrecciano in una danza che dà vita a una scena sublime, indimenticabile. La sequenza, incredibilmente equilibrata e raffinata, inizia con un bacio dolce eppure frustrato, che culminerà nella violenza più cruda, ponendo una barriera definitiva tra i due nuovi amanti. L’ultimo, unico bacio. E allo stesso tempo un addio.
Solo questa scena vale l’intera visione del film:
L’interesse che il nostro driver prova per la giovane e fragile vicina, lo porterà in una brutta situazione che scatenerà tutto ciò che nasconde dentro, con sempre maggiore intensità, marcando, e allo stesso tempo confondendo, i confini del nostro protagonista.
La tensione è palpabile, continua. Dalla splendida scena iniziale al finale. Il film tiene lo spettatore sulle spine, sempre teso nell’attesa di ciò che accadrà, letteralmente incollato allo schermo. E merito non è solo del ritmo incalzante, a tratti lento e poi di colpo veloce, ma anche del suo protagonista e della sua sottile caratterizzazione.
La sua doppia personalità rappresenta l’aspetto più interessante del film, e insieme rende una storia pressoché semplice, ma sempre degna di essere raccontata, un piccolo gioiello. Vediamo un uomo sporcarsi le mani, tranquillo e tacito, mentre lavora come meccanico, e nella scena successiva la sua terribile furia che lo fa scostare dall’immagine che avevamo e lo avvicina sempre più a quella di uno psicopatico. Un percorso graduale, fino all’esplosione finale.
Ryan Gosling è impeccabile in questo ruolo solo all’apparenza statico, ma in realtà pieno di sfaccettature. Un solo intenso sguardo rende inutile qualsiasi altro gesto.
Tra i personaggi secondari va citato il grande Bryan Cranston, attore premiato di Breaking Bad. E il famoso Ron Perlman, una faccia che non si dimentica.
Anche se le vicende, la furia dell’individuo di fronte al pericolo, l’amore o la rapina finita male, sono poco originali, Nicolas Winding Refn, sa bene come modellarle e renderle uniche.
A mio parere, il giovane regista danese ha un occhio raffinato, una capacità di mettere in scena la storia fuori dal comune. Usa il ralenti in maniera magnifica e inquadra, illumina le scene come fossero piccoli dipinti. Il montaggio dà un ritmo perfetto alla storia e le trascinanti e originali musiche lo sollevano ancora, valorizzandolo, definendolo in modo ancora più marcato, rendendolo così imperdibile.
Tu cosa fai? - Io guido
Trailer italiano:
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Trailer originale:
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Cannes Film Festival 2011: miglior regia a Nicolas Winding Refn.
National Board of Review of Motion Pictures Awards 2011: film dell'anno.
New York Film Critics Circle Awards 2011: miglior attore non protagonista a Albert Brooks.
Satellite Awards 2011: miglior sonoro, migliore attore protagonista a Ryan Gosling, miglior attore non protagonista a Albert Brooks, migliore regia a Nicolas Winding Refn.
Critics' Choice Movie Awards 2012: miglior film d'azione.
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Categories: - Maggio 2013